L’esercizio come medicina (parte 2) – L’esercizio fa bene alla salute

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L’esercizio come medicina (parte 2) – L’esercizio fa bene alla salute

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Prosegue l’articolo riguardante la correlazione tra esercizio fisico e salute. Potete rileggere la prima parte qui.

L’esercizio fa bene alla salute

L’esercizio è una delle terapie prescritte più frequentemente sia in salute che in malattia. C’è un’evidenza inconfutabile che dimostra gli effetti benefici dell’esercizio sia nella prevenzione che nel trattamento di diverse patologie. I ricercatori hanno dimostrato che sia gli uomini che le donne che riportano un aumento nei livelli di attività fisica e fitness hanno riduzioni nel rischio relativo di morte di circa il 20-35% (Blair et al., 1989; Macera et al., 2003).
La ricerca recente suggerisce che incrementi modesti nella spesa di energia dovuti all’attività fisica
(∼1000 kcal a settimana) o un aumento di forma fisica di 1 MET (equivalente metabolico) sono associati con un abbassamento della mortalità di circa il 20% (Myers et al., 2004).
Le donne di mezza età fisicamente inattive (cioè che si concedono meno di un’ora di esercizio a settimana) subiscono un aumento del 52% della mortalità per tutte le cause, un raddoppio della mortalità legata ai problemi cardiovascolari e un aumento del 29% nella mortalità da cancro rispetto alle coetanee fisicamente attive (Hu et al., 2004).
Di conseguenza, è chiara l’evidenza per cui un’attività fisica regolare produce effetti significativi sulla salute e riduce il rischio di morte prematura per tutte le cause e per malattie cardiovascolari, in particolare tra le persone asintomatiche di ambo i sessi.
I benefici dell’attività fisica sono evidenti non soltanto nelle persone in salute ma anche nei pazienti. Studi osservazionali e randomizzati hanno mostrato che una regolare attività fisica contribuisce al trattamento di svariate malattie croniche (Bouchard et al., 1994; Warburton et al., 2006).
Esistono dati che supportano la prescrizione di esercizio nella prevenzione primaria e secondaria delle malattie polmonari e cardiovascolari (cardiopatia coronarica, broncopneumopatia cronica ostruttiva, ipertensione, claudicazione intermittente); dei disordini metabolici (diabete di Tipo 2, dislipidemia, obesità, resistenza all’insulina); delle patologie muscolari, ossee e articolatorie (artrite reumatoide, fribromialgia, sindrome da stanchezza cronica, osteoporosi); del cancro e della depressione (Pedersen and Saltin, 2006;Warburton et al., 2006).
Anche se l’esercizio è un agente terapeutico efficace per tutte le patologie menzionate, come per ogni medicinale è necessario tenere in considerazione dosaggio (volume e intensità dell’esercizio), frequenza di somministrazione (numero di sessioni di allenamento per settimana), tipologia (esercizio aerobico vs. esercizio di resistenza), effetti sistemici o psicoattivi e controindicazioni ed effetti collaterali dell’esercizio per ottenere il risultato clinico migliore.
Ad esempio, sia l’allenamento di resistenza che quello aerobico si sono dimostrati benefici nel controllo del diabete, ma ad ogni modo l’allenamento di resistenza potrebbe dare benefici maggiori nel controllo glicemico rispetto a quello aerobico (Dunstan et al., 2005).

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Diego De Carolis - Nutrizione & Performance
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