L’importanza della riabilitazione precoce post infortunio
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Successivamente al verificarsi di un infortunio muscolare è fondamentale riuscire ad intervenire tempestivamente sul distretto interessato, questa ricerca ci presenta lo studio condotto su 50 atleti che hanno affrontato un percorso di riabilitazione post-infortunio.
Lo studio evidenzia l’importanza dell’intervento immediato sul muscolo interessato dallo stress traumatico, tutti i pazienti hanno eseguito una routine riabilitativa composta nel modo seguente:
- nella prima settimana – esercizi di stretching sul gruppo muscolare target;
- nelle settimane da 2 a 4 – esercizi isometrici per i gruppo muscolare infortunato con aumento graduale della resistenza e della durata;
- nelle settimane da 5 a 8 – esercizi dinamici con sovraccarichi con aumento prograssivo delle ripetizioni da 15 Rm a 10 Rm;
- infine sono stati eseguti esercizi contro resistenze con particolare enfasi alla fase eccentrica del movimento e successivamente sono stati aggiunti sprint e balzi.
Le lesioni muscolari sono infortuni piuttosto comuni e presentano un alto rischio di recidive. L’esatta misura in cui il timing della riabilitazione influenza il recupero clinico delle lesioni da sforzo non è noto, per cui questa ricerca ha indagato come l’intervento precoce (2 giorni dopo l’infortunio) o ritardato (9 giorni dopo l’infortunio) sul tessuto muscolo-tendineo danneggiato ha effetto sul recupero del distretto infortunato.
E’ stato condotto uno studio randomizzato che ha coinvolto 50 atleti dilettanti con lesioni acute del muscolo della coscia (in circa il 60% dei pazienti) o del polpaccio (circa il 40%), come confermato dall’ecografia e dalla risonanza magnetica. I pazienti (età media 34 anni) sono stati reclutati meno di 48 ore dopo l’infortunio e divisi in due gruppi randomizzati per ricevere una terapia precoce (2 giorni dopo l’infortunio) o una terapia ritardata (9 giorni dopo l’infortunio) e sono stati seguiti per 12 mesi. Tutti i pazienti hanno completato un regime terapeutico in quattro fasi standardizzato (come esposto sopra): stretching statico giornaliero ripetuto (settimana 1), carico isometrico giornaliero con carico crescente (da 2 a 4 settimane), carico dinamico con resistenza crescente tre volte a settimana (da 5 a 8 settimane), e esercizi funzionali combinati con allenamento della forza tre volte a settimana (settimane 9-12).
Il risultato primario era un ritorno allo sport, definito come il primo momento di piena partecipazione allo sport dopo il completamento di un test funzionale asintomatico e di successo (un punteggio di ≤1 sulla scala numerica del dolore, che va da 0 a 10 con punteggi più alti che indicano un maggiore livello di dolore). L’intervallo tra una lesione muscolare grave e un ritorno allo sport era più breve nel gruppo con terapia precoce rispetto al gruppo con terapia ritardata.
Questo studio mostra le conseguenze cliniche dell’immobilizzazione protratta dopo un infortunio sportivo. Iniziare la riabilitazione 2 giorni dopo l’infortunio piuttosto che attendere 9 giorni abbrevia l’intervento di tempo dall’insorgenza dell’infortunio al recupero senza dolore e al tornare allo sport entro 3 settimane senza alcun aumento significativo del rischio di recidive. La differenza osservata supporta l’importanza del carico precoce sul tessuto muscolotendine infortunato. L’immobilizzazione può influenzare rapidamente e negativamente la struttura e la funzione dei muscoli e dei tendini e ha effetti dannosi sulle cellule del tessuto connettivo. Il ritardo nella riabilitazione può provocare un dolore prolungato e un ritorno ritardato allo sport, una scoperta che sottolinea l’importanza del carico meccanico regolare e controllato subito dopo il trauma muscolare.