Correre con il sorriso migliora la tua performance

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 Mi ha colpito molto questo articolo che spiega come correre sorridendo posso avere effetti positivi sull’incremento della performance sulle lunghe distanze, pertanto ho deciso di tradurlo (seppur abbastanza liberamente) e magari chissà qualcuno potrebbe prenderne spunto e verificare ulteriormente sul campo la veridicità di questa affermazione!

“Quando ho corso la mia prima maratona, ho piazzato la mia famiglia e gli amici in posizioni cruciali lungo il percorso con istruzioni precise per farmi sorridere mentre correvo…

Avevo inventato questo sistema strampalato basato su una serie di studi di Samuele Marcora, ricercatore presso l’Università di Kent, che ha dimostrato che si potrebbe fare una stima ragionevole di quanto pesante uno sforzo viene percepito misurando l’attivazione dei muscoli coinvolti nel sorriso o di quelli coinvolti nell’accigliarsi. Sulla base dell'”ipotesi di feedback facciale”, un’idea che risale a Charles Darwin, Marcora ha proposto che tale rapporto possa funzionare nella direzione opposta, ovvero: un duro sforzo ti faccia accigliare e, viceversa, il broncio/l’accigliarsi potrebbe far sì che uno sforzo venga percepito più difficoltoso: mentre sorridere potrebbe renderlo più leggero. Questa idea mi è balenata in mente all’inizio di quest’anno, quando stavo guardando la maratona Nike Breaking2. Mentre la corsa andava avanti – e, presumibilmente, lo sforzo fisico e mentale aumentava – era impossibile non notare il sorriso luminoso, apparentemente allegro che si irraggiava nel viso di Eliud Kipchoge. I sorrisi di Kipchoge erano una tattica deliberata per rilassarsi e correre nonostante l’aumento significativo della fatica.

La strategia di Kipchoge fa effettivamente la differenza? Un nuovo studio nella rivista Psychology of Sport and Exercise di Noel Brick e i suoi colleghi all’università di Ulster esplora proprio questa domanda. Essi hanno preso 24 corridori i quali dovevano completare una serie di quattro corse di sei minuti e misurarono la loro economia di corsa (il parametro di efficienza è basato sulla quantità di ossigeno che si consuma ad un ritmo determinato), così come le le percezioni degli atleti, come ad esempio lo sforzo. Durante le prove, i volontari sono stati istruiti a sorridere, aggrottare il viso, rilassare le mani e la parte superiore del corpo (immaginando, ad esempio, che stavano tenendo delle patatine tra il pollice e le dita senza romperle), o semplicemente pensando ai loro soliti pensieri.

I risultati supportarono i benefici del sorriso. L’economia della corsa era poco più del 2 per cento migliore quando si sorrideva – un miglioramento che è paragonabile a quello che vedete negli studi di settimane o mesi di pliometria o allenamento con alti sovraccarichi.

Ecco come sembrava il consumo di ossigeno nelle quattro condizioni:

Dal punto di vista dell’ipotesi, è un po ‘sorprendente che l’economia della corsa non fosse significativamente peggiore nelle condizioni di broncio/aggrottamento del viso. D’altra parte, lo sforzo percepito è stato significativamente più elevato nelle condizioni di “broncio” rispetto agli altri. Marcora afferma che l’aumento dello sforzo è altrettanto significativo per le prestazioni al pari di un calo nell’economia di corsa. Lo sforzo percepito, dopo tutto, è ciò che determina se decidi di accelerare o rallentare.

Ci sono alcune sottigliezze interessanti nei risultati. Dieci dei 13 volontari maschi avevano migliorato l’economia di corsa quando sorridevano; mentre solo per quattro delle 11 volontarie donne il sorridere ha prodotto un incremente nell’economia della corsa. Brick cita una ricerca precedente che mostra che la percezione dello sforzo può essere alterata in presenza di un esaminatore di sesso opposto: gli uomini, ad esempio, affermano che tutto è facile quando lo scienziato che sta conducendo l’esperimento è una donna. Allo stesso modo, egli suggerisce, “un esperto maschio che chiede alle partecipanti femminili di sorridere in un ambiente sociale sconosciuto può involontariamente invocare preoccupazioni riguardo l’auto-presentazione e l’immagine di sé”.  Ad ogni modo, ripetere lo studio con uno sperimentatore femminile è uno dei suggerimenti degli autori per il futuro lavoro.

In una nota correlata all’esperimento, l’efficacia del sorriso può dipendere dalla produzione di un sorriso “reale”, che prevede “l’attivazione simmetrica del muscolo zigomatico maggiore e l’attivazione del muscolo orbicolare dell’occhio”. In altri termini significa sorridere con gli occhi, le guance e la bocca, e questo è ciò che è stato richiesto di fare ai volontari.

L’idea di migliorare l’economia della corsa – un aspetto che è notoriamente difficile da migliorare migliorando l’assetto della corsa – semplicemente sorridendo è considerevole. La spiegazione più probabile è che il sorriso favorisce uno stato emotivo più rilassato, a sua volta riducendo l’attività del sistema nervoso simpatico (che può influenzare la frequenza cardiaca) e la tensione muscolare, consentendo di correre in modo più efficiente. C’è ancora molto da indagare per confermare questa idea, ma per ora è un’indicazione senza rischi da provare.”

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Diego De Carolis - Nutrizione & Performance