Dimagrimento localizzato, una ricerca prova a far luce su questo mito

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dimagrimento localizzato

Il dimagrimento localizzato, o “spot reduction” per dirla in altri termini, sembra essere un sogno per ogni appassionato o appassionata di palestra, chi non ha mai sognato di perdere parte del grasso localizzato sui fianchi o sulla pancia? Se è vero che dimagrire è una delle richieste più frequenti in ambito fitness, è altrettanto vero che chiunque voglia dimagrire lo voglia fare in precisi punti del corpo.

Il dimagrimento localizzato sembra essere una sorta di Sacro Graal del fitness ed è anche molto dibattuto tra gli addetti ai lavori, si parla molto del fatto che esso sia possibile o meno e con quali tecniche poter perdere massa grassa in zone specifiche. Al momento la ricerca è combattuta su questa possibilità in quanto si sono raggiunti risultati contrastanti nei differenti studi. Oggi vorre presentare una ricerca di Scotto di Palumbo et al. (Scotto di Palumbo A, Guerra E, Orlandi C, Bazzucchi I, Sacchetti M. Effect of combined resistance and endurance exercise training on regional fat loss. J Sports Med Phys Fitness 2017) che sembra gettare delle basi per future indagini in questa direzione.

E’ noto che il deficit calorico sia la componente più importante in un processo di dimagrimento e ciò vale anche in caso di dimagrimento localizzato, ma l’esercizio fisico ha la grande responsabilità di mantenere una elevata qualità di composizione corporea durante questo processo. Tuttavia, in questo studio si è scelto di mantenere un regime di dieta normocalorica, ovvero ogni soggetto partecipante è stato invitato a continuare a seguire quelle che erano le sue abitudini alimentari.

Per questo studio gli autori hanno selezionato sedici donne fisicamente inattive (età: 31 ± 4, BMI: 27,5 ± 2,1), assegnate casualmente a due gruppi, hanno completato un programma di allenamento di 3 volte a settimana per 12 settimane. In un gruppo (UpBdResist) le sessioni di allenamento consistevano in esercizi contro resistenza per la parte superiore del corpo seguiti da 30 minuti al 50% di VO2max alla cyclette, mentre l’altro gruppo (LwBdResist) eseguiva esercizi contro resistenza per gli arti inferiori seguiti da 30 minuti su un ergometro a braccio. Alla fine dello studio la composizione corporea dei vari comparti è stata valutata tramite DEXA e pliche cutanee.

Il design della ricerca ha previsto che le sessioni di allenamento fossero eseguite sotto la supervisione di un esperto di esercizi. I soggetti partecipanti hanno completato un allenamento contro resistenza a circuito composto da 5 esercizi sulle seguenti macchine isotoniche: chest press, low row, arm curl, deltoids machine, triceps machine per il gruppo UpBdResist; gluteus machine, seated leg curl, abductor machine, leg extension, adductor machine per il gruppo LwBdResist. Per ogni esercizio, sono stati eseguiti 3 set di 10 ripetizioni al 60% 1RM richiedendo ai soggetti di fornire la massima velocità di contrazione (quindi eseguiti in maniera esplosiva), con un recupero inter-set di 30 secondi, nel tentativo di indurre la massima potenza per ogni movimento specifico e per aumentare lo stress metabolico. Al completamento del circuito, la stessa sequenza è stata ripetuta per la seconda volta. L’esercizio contro resistenza è stato seguito da un esercizio aerobico di 30 minuti condotto ad un’intensità corrispondente al 50% di VO2max. UpBdResist si sono esercitate al cicloergometro mentre LwBdResist all’ergometro del braccio. All’inizio e alla fine di ogni sessione di allenamento sono stati eseguiti un riscaldamento di 10 minuti e un periodo di cool down di 5 minuti.

Sono state avanzate delle ipotesi da parte dei ricercatori riguardo i risultati ottenuti ed è stato ipotizzato che gli esercizi contro resistenza effettuati ad elevate velocità, in maniera esplosiva, provocano una forte risposta catecolaminica con conseguente lipolisi a livello locale. Tuttavia, gli ormoni circolanti influenzano tutti i depositi di tessuto adiposo e non solo il tessuto adiposo selettivamente adiacente ai muscoli contratti. Per questo, il dimagrimento localizzato è stato attribuito ad un aumento del flusso sanguigno nel tessuto adiposo adiacente ai muscoli agonisti che facilita l’approvvigionamento di una maggiore quantità di ormoni circolanti ai distretti esercitati, promuovendo così la lipolisi locale. Tuttavia, la lipolisi, insieme ad un aumento del flusso sanguigno del tessuto adiposo, è solo una parte del quadro della perdita di massa grassa, poiché gli acidi frassi liberi (FFA) mobilizzati devono essere assorbiti e ossidati dal muscolo scheletrico per evitare la riesterificazione. Pertanto, un’elevata disponibilità di FFA è in grado di migliorare l’ossidazione locale e totale del grasso quando la richiesta di energia totale è significativamente aumentata, ovvero durante l’esercizio aerobico.

Quindi, secondo questo studio, per poter massimizzare gli effetti di questo protocollo di allenamento è necessario che i FFA liberati durante gli esercizi con i sovraccarichi possano essere ossidati efficacemente durante la successiva fase di lavoro aerobico. Questo potrebbe spiegare in parte le differenze riscontrate tra il gruppo UpBdResist  e quello LwBdResist, in quanto le masse muscolari coinvolte durante la fase aerobica dell’allenamento UpBdResist, ovvero al cicloergometro, sono significativamente maggiori rispetto quelle utilizzate durante il lavoro all’armoergometro, promuovendo in tal modo un maggior dispendio energetico.

Arrivando ora alle conclusioni, la ricerca ha riportato una riduzione della massa grassa simile in entrambi i gruppi, però l’allenamento UpBdResist ha provocato una maggiore riduzione della massa grassa (FM) negli arti superiori (UL) rispetto agli arti inferiori (LL) (Δ% UL rispetto a LL: -12,1 ± 3,4 vs -4,0 ± 4,7 ; P = 0,02). Al contrario, nel gruppo LwBdResist, la perdita di FM era più pronunciata negli arti inferiori rispetto agli arti superiori (Δ% UL rispetto a LL: -2,3 ± 7,0 vs -11,5 ± 8,2, P = 0,02), anche se in maniera meno marcata rispetto alla perdita di FM locale nel gruppo UpBdResist .

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Diego De Carolis - Nutrizione & Performance