Il grounding: effetti positivi su stati infiammatori e malattie autoimmuni

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Il grounding: effetti positivi su stati infiammatori e malattie autoimmuni

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Il grounding, detto anche  earthing, altro non è che il diretto contatto della pelle con la superficie della Terra, ad esempio con i piedi nudi (barefoot) o le mani, o con vari sistemi di “messa a terra”. Negli ultimi anni la ricerca ha evidenziato ha rivelato che il contatto elettricamente conduttivo del corpo umano con la superficie della Terra (grounding) produce effetti interessanti sulla fisiologia e sulla salute. In particolare, il grounding produce differenze misurabili nelle concentrazioni di globuli bianchi, citochine e altre molecole coinvolte nella risposta infiammatoria. E’ spesso soggettivamente riscontrato che camminare a piedi nudi sull’erba produce uno stato di benessere e questa sensazione può essere ritrovata nella letteratura di diverse parti e culture del mondo.Oltre al contatto diretto della pelle con la Terra esistono diversi dispositivi che consentono la “messa a terra”. Si tratta di semplici sistemi conduttivi sotto forma di fogli, materassini, cinturini da polso o da caviglia, cerotti adesivi che possono essere utilizzati all’interno della casa o dell’ufficio e calzature. Questi dispositivi sono collegati alla Terra tramite un cavo inserito in una presa a muro con messa a terra o collegato a un’asta di terra posta nel terreno all’esterno di una finestra.

Recentemente, un gruppo di circa una dozzina di ricercatori ha studiato gli effetti fisiologici del grounding da una varietà di prospettive. Questa ricerca ha aperto una nuova e promettente frontiera nella ricerca sull’infiammazione, con vaste implicazioni per la prevenzione e la salute pubblica. Sembrerebbe che la “messa a terra” possa ridurre o addirittura impedire i segni cardinali dell’infiammazione in seguito a un infortunio: arrossamento, calore, gonfiore, dolore e perdita di funzione.

Riduzione dell’infiammazione documentata con imaging a infrarossi medicali dopo aver sottoposto il paziente a grounding (earthing).

L’ipotesi principale, secondo Oschman, è che il collegamento del corpo alla Terra consenta agli elettroni liberi dalla superficie terrestre di penetrare nel corpo, dove possono avere effetti antiossidanti. In particolare, gli elettroni mobili possono creare un microambiente antiossidante attorno all’area infortunata, rallentando o impedendo alle specie reattive dell’ossigeno (ROS) di causare “danno collaterale” a tessuto sano e prevenendo o riducendo la formazione della così detta “barricata infiammatoria”.

Il grounding sembra migliorare il sonno, normalizzare il ritmo del cortisolo giorno-notte, ridurre il dolore, ridurre lo stress, aumentare la variabilità della frequenza cardiaca, accelerare la guarigione delle ferite e ridurre la viscosità del sangue.

Effetti sul sonno

Uno dei primi studi sull’earthing ha esaminato gli effetti della “messa a terra” sui profili del sonno e del cortisolo circadiano. Lo studio ha coinvolto 12 soggetti che soffrivano e avevano problemi a dormire. Hanno dormito a terra per 8 settimane usando un apposito letto collegato con un filo al terreno che ne assicurava la “messa a terra”. Durante questo periodo, i loro profili di cortisolo diurno si normalizzarono e la maggior parte dei soggetti riferì che il loro sonno migliorava e il loro livello di dolore e stress diminuiva.

Effetti sul dolore e sulla risposta immunitaria

Uno studio pilota sugli effetti della messa a terra sul dolore e sulla risposta immunitaria ai DOMS. DOMS è il dolore muscolare e la rigidità che si verificano ore e giorni dopo un esercizio intenso e non familiare.  Il dolore del DOMS è causato da un danno muscolare temporaneo prodotto dall’esercizio fisico.  Otto soggetti sani hanno eseguito un esercizio non familiare ed eccentrico che ha provocato DOMS ai loro muscoli gastrocnemio. Ciò è stato fatto facendoli eseguire due serie di 20 calf raise con un bilanciere sulle spalle e le punte dei piedi su una tavola di legno così da massimizzare anche la dorsiflessione della caviglia.

Tutti i soggetti hanno mangiato pasti standardizzati alla stessa ora del giorno e hanno aderito allo stesso ciclo del sonno per 3 giorni. Alle 17.40 di ogni giorno, quattro dei soggetti avevano cerotti conduttivi aderenti ai loro muscoli gastrocnemio e al fondo dei loro piedi. Si riposavano e dormivano su sistemi di “messa a terra”. Il gruppo di controllo, composto da quattro soggetti che hanno seguito lo stesso protocollo, tranne per il fatto che i loro cerotti e i loro letti non erano stati “messi a terra”. Le seguenti misurazioni sono state eseguite prima dell’esercizio e 1, 2 e 3 giorni dopo: livelli di dolore, risonanza magnetica, spettroscopia, cortisolo nel siero e nella saliva, sangue e chimica degli enzimi e conta delle cellule del sangue.

Il dolore è stato monitorato con due tecniche. Il metodo soggettivo comportava l’uso mattutino e pomeridiano di una scala analogica visiva. Nel pomeriggio, un bracciale per la pressione sanguigna è stato posizionato sul gastrocnemio destro e gonfiato fino al punto di un dolore acuto. Il dolore è stato documentato in termini di massime pressioni che potrebbero essere tollerate. I soggetti GROUNDING hanno sperimentato meno dolore, come rivelato sia con la scala del dolore analogico sia con la loro capacità di tollerare una pressione più elevata dalla cuffia della pressione sanguigna.

Confronto dei conteggi dei neutrofili, pre-test rispetto al post-test per ciascun gruppo.

Normalmente, i neutrofili invadono rapidamente una regione lesionata per distruggere le cellule danneggiate e inviare segnali attraverso la rete di citochine per regolare il processo di riparazione. La produzione di ROS (specie reattive dell’ossigeno – Reactive Oxigen Species) e di azoto reattivo (RNS – Reactive Nitrogen Species) da parte dei neutrofili è definita “burst ossidativo”. Mentre il ROS elimina i patogeni e i detriti cellulari in modo che il tessuto possa rigenerarsi, gli stessi ROS possono anche danneggiare le cellule sane adiacenti all’area da riparare, causando il cosiddetto danno collaterale. Il fatto che i soggetti GROUNDING avessero meno neutrofili e linfociti circolanti poteva indicare che il danno originale si risolveva più rapidamente, i danni collaterali ridotti e il processo di recupero accelerato. Ciò spiegherebbe la riduzione dei segni cardinali dell’infiammazione (arrossamento, calore, gonfiore, dolore e perdita di funzione) a seguito di una lesione acuta.

L’ipotesi presentata da Oschman ipotizza questo scenario: gli elettroni mobili della Terra entrano nel corpo e agiscono come antiossidanti naturali;  neutralizzano ROS e altri ossidanti nell’area danneggiata da riparare; e proteggono il tessuto sano dai danni. Il fatto che ci siano meno neutrofili circolanti e linfociti nei soggetti messi a terra può essere vantaggioso a causa del ruolo dannoso che queste cellule potrebbero avere nel prolungare l’infiammazione.

Conclusioni

La risposta immunitaria nelle lesioni grandi o piccole causa la produzione di ROS e RNS da parte di neutrofili e altri globuli bianchi per abbattere gli agenti patogeni, le cellule e i tessuti danneggiati. Le descrizioni dei libri di testo classici si riferiscono anche a una “barricata infiammatoria” che isola i tessuti danneggiati per ostacolare il movimento di agenti patogeni e detriti dalla regione danneggiata in tessuti sani adiacenti. Selye ha descritto come i detriti si coagulano per formare la barricata infiammatoria. Questa barriera ostacola anche i movimenti di antiossidanti e cellule rigenerative nell’area bloccata. La riparazione può essere incompleta e questa riparazione incompleta può creare un circolo vizioso infiammatorio che può persistere per un lungo periodo di tempo, che, a sua volta, nel tempo, può favorire lo sviluppo di malattie croniche.

Per quanto possa sembrare strano, i risultati qui esposti suggeriscono che questa classica immagine della barricata infiammatoria può essere una conseguenza della mancanza di “messa a terra” e di una conseguente “mancanza di elettroni”. Le ferite guariscono in modo molto diverso quando il corpo è “messo a terra”. La guarigione è molto più veloce e i segni cardinali dell’infiammazione vengono ridotti o eliminati

Fattori di stile di vita dominanti come calzature isolanti, grattacieli e letti rialzati separano la maggior parte degli esseri umani dalla connessione diretta della pelle con la superficie terrestre. Una connessione terrestre era una realtà quotidiana nelle culture del passato che utilizzava pelli di animali per calzature e per dormire. Oschman suggerisce che il processo di uccisione di agenti patogeni e di detriti dai siti di lesioni con ROS e RNS si sia evoluto per sfruttare l’accesso costante del corpo alla fonte praticamente illimitata di elettroni mobili che la Terra fornisce quando siamo in contatto con essa. Gli antiossidanti sono donatori di elettroni e il miglior donatore di elettroni è proprio sotto i nostri piedi: la superficie della Terra, con il suo magazzino virtualmente illimitato di elettroni accessibili. Sembrerebbe che il nostro sistema immunitario funzioni magnificamente finché gli elettroni sono disponibili per bilanciare le RNS utilizzate quando si tratta di infezioni e lesioni tissutali. Il nostro stile di vita moderno ha sorpreso il corpo e il sistema immunitario privandolo improvvisamente della sua fonte di elettroni primordiale. Questa separazione planetaria iniziò ad accelerare nei primi anni ’50 con l’avvento di scarpe fatte con suole isolanti al posto della tradizionale pelle. Le sfide dello stile di vita per il nostro sistema immunitario procedevano più velocemente di quanto l’evoluzione potesse soddisfare. Quando gli elettroni mobili non sono disponibili, il processo infiammatorio prende una direzione anormale. Le aree che sono carenti di elettroni sono vulnerabili a ulteriori lesioni. Il risultato è un sistema immunitario costantemente attivato e alla fine esaurito.

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