I fattori che influenzano l’ossidazione lipidica

I lipidi come fonte di combustibile per l’approvvigionamento di energia durante l’esercizio submassimale provengono da acidi grassi derivati da tessuto adiposo sottocutaneo (FA), trigliceridi intramuscolari (IMTG), colesterolo e grassi alimentari.

La regolazione e l’utilizzo di FA si verificano principalmente a intensità di esercizio tra il 47 e il 75% di VO2max (ossia tra il 66 e il 85% della frequenza cardiaca massima), è noto come massima ossidazione dei grassi (MFO – Maximal Fat Oxidation) e viene misurato in g / min.

A causa delle limitazioni nel trasporto di FA attraverso la membrana cellulare e le membrane mitocondriali, l’ossidazione degli acidi grassi (FAox) ad intensità di lavoro elevate è limitata. Il punto in cui FAox raggiunge il massimo e inizia a declinare è indicato come punto di crossover. Le intensità di esercizio che superano il punto di crossover (~ 65% VO2max, circa l’80% della FCmax) utilizzano carboidrati come principale fonte di combustibile per l’approvvigionamento energetico. È stato dimostrato che lo stato di allenamento, l’intensità dell’esercizio, la durata dell’allenamento, le differenze tra i sessi e la nutrizione influenzano l’espressione cellulare responsabile del tasso di FAox. Ognuno di questi fattori facilita o inibisce i cambiamenti fisiologici che influenzano FAox.

Con l’aumentare dell’intensità dell’esercizio, il contributo dell’ossidazione dei carboidrati aumenta in proporzione alla diminuzione dell’ossidazione lipidica. Tuttavia, l’ossidazione dei lipidi è la principale fonte di carburante (%) durante le intensità di esercizio submassimali (<65% VO2max). Le intensità di esercizio che superano la MFO ossidano carboidrati in proporzione maggiore.

In sintesi, FAox dipende da molti fattori che possono modificare l’espressione cellulare in un breve lasso di tempo. Disponibilità di macronutrienti, stato dell’allenamento, sesso, intensità di esercizio e durata influenzano l’adattamento cellulare, il trasporto sistematico di FA e la FAox. L’intensità dell’allenamento domina in modo acuto l’ossidazione del substrato, indipendentemente dallo stato dell’allenamento e/o dall’influenza nutrizionale. Inoltre, sono necessarie ulteriori indagini sul timing nutrizionale ideale e sul contenuto che influenzerà favorevolmente gli adattamenti fisiologici di FAox durante l’esercizio di resistenza. Tuttavia, le prescrizioni sugli esercizi e le raccomandazioni dietetiche devono tenere conto degli obiettivi di esercizio specifici (durata, intensità, sport specifici) per facilitare un piano di allenamento che susciti gli adattamenti di ossidazione del substrato ideali per migliorare le prestazioni sportive.

Per chi fosse curioso, qui una tabella che mostra la relazione tra VO2max e FCmax

Articolo tratto da BMC

Ottimizzare il consumo di grassi attraverso l’esercizio fisico

Una delle richieste più frequenti negli ambienti delle palestre è la gestione e la perdita di peso. Esistono dei parametri su cui potersi basare per poter creare un programma di allenamento efficiente che possa massimizzare l’ossidazione, ossia il consumo, dei grassi? Sembrerebbe di si, almeno stando a quanto affermato da una ricerca di Achten et al. (2004).

Da questa ricerca è emerso che gli interventi volti a migliorare il metabolismo dei grassi potrebbero potenzialmente ridurre i sintomi delle malattie metaboliche come l’obesità e il diabete di tipo 2 e potrebbero avere un’enorme importanza clinica.

Perciò la comprensione dei fattori che aumentano o diminuiscono l’ossidazione dei grassi è importante. Due fattori determinanti dell’ossidazione dei grassi sono l’intensità e la durata dell’esercizio.

Come già risaputo i tassi di ossidazione dei grassi aumentano da intensità basse a moderate e poi diminuiscono quando l’intensità diventa alta.

Ma a questo punto sono anche stati quantificati i parametri fisici per stabilire l’intensità ottimale ed è stato dimostrato che le percentuali massime di ossidazione dei grassi sono raggiunte a intensità comprese tra il 59% e il 64% del consumo massimo di ossigeno (corrispondente a una FCmax compresa tra il 72% e il 77%) in individui allenati e tra il 47% e il 52% (corrispondente a una FCmax compresa circa tra il 63% e il 68%) del consumo massimo di ossigeno in un ampio campione della popolazione generale.

La modalità di esercizio può anche influenzare l’ossidazione dei grassi, con l’ossidazione dei grassi più elevata durante la corsa rispetto al ciclismo. L’allenamento di resistenza induce una moltitudine di adattamenti che si traducono in una maggiore ossidazione dei grassi.

E’ stata anche indagata l’influenza dell’alimentazione sul tasso di ossidazione dei grassi e si è scoperto che l’ingestione di carboidrati nelle ore precedenti o all’inizio dell’esercizio riduce il tasso di ossidazione dei grassi in modo significativo rispetto alle condizioni di digiuno, mentre il digiuno più lungo di 6 ore ottimizza l’ossidazione dei grassi.

È stato dimostrato che i tassi di ossidazione dei grassi diminuiscono dopo l’ingestione di diete ad alto contenuto di grassi, in parte a causa della diminuzione delle riserve di glicogeno e in parte a causa degli adattamenti a livello muscolare.

Riassumendo, da questa ricerca emergono due parametri da poter tenere in considerazione quando si stende un piano di allenamento con l’obiettivo del miglioramento dell’ossidazione dei grassi:

  1. Il VO2max dovrebbe essere compreso tra i parametri indicati in precedenza. In questo caso risulta molto più semplice monitorare la Frequenza Cardiaca, basandosi sulla relazione tra VO2max e FC, come già sottolineato.
  2. Il digiuno nelle ore precedenti l’allenamento è risultato essere un parametro facilitante il raggiungimento dell’obiettivo prefissato.